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Roma, 2 apr. (Adnkronos/Labitalia) - “Per noi la strada maestra deve essere la contrattazione. Dove sono stati firmati contratti collettivi o accordi di secondo livello che lo prevedono, è una opportunità gradita e il lavoratore rimane libero di scegliere se utilizzare o meno lo smart working, spesso privilegiando il meccanismo dell’alternanza tra presenza e remoto. Per legge non si riesce a cogliere le molte peculiarità. Certo, sempre da privilegiare una forma semplificata che fortunatamente gli accordi possono garantire”. Così Massimo Fiaschi, segretario generale di Manageritalia, commenta, con Adnkronos/Labitalia, la fine delle proroghe del regime semplificato per il lavoro a distanza. Per Fiaschi, “la formula ibrida è la più adeguata". "Ma attenzione alla carriera", avverte e chiarisce: "Molti lavoratori lamentano che essere troppo in remoto riduce le possibilità di crescere professionalmente. Necessaria poi la formazione che deve suggerire l’azienda e anche l’autoformazione. Bisogna sapersi tutelare di più e non perdere il contatto con l’azienda. A qualunque costo”. “Pensiamo che lo smart working sia un’opportunità che non è stata generalmente colta appieno. Troppo spesso è un telelavoro o lavoro da casa, non ci sono state rivoluzioni organizzative, come l’utilizzo sano delle Piattaforme di gestione". Così Massimo Fiaschi, segretario generale di Manageritalia, commenta, con Adnkronos/Labitalia, la fine delle proroghe del regime semplificato per il lavoro a distanza. "Eccetto alcuni settori che hanno strutturato il ricorso a questa modalità, con la contrattazione, si è tornati alla situazione preesistente, quindi all’attività resa in presenza. Questo per una serie di ragioni: le dimensioni delle nostre imprese, la tipologia di lavoro, la burocrazia, noi potremmo dire anche perché ci sono pochi manager. Dove ci sono dirigenti e l’azienda è strutturata è più facile fare innovazione organizzativa”, precisa.Ma, per Fiaschi, "è sempre più difficile tornare indietro alla sola presenza". "Ormai ad ogni selezione la domanda sullo smart working è assolutamente prevalente rispetto a inquadramento e retribuzione. Per questo le aziende strutturate hanno provveduto a una regolamentazione, con formule sempre più flessibili. Ma dipende da settore e tipologia di azienda", conclude.





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